Nel 2020 il reddito disponibile delle famiglie lombarde, che in termini pro capite è superiore di oltre il 20% al dato medio nazionale, si è ridotto del 2,9% a prezzi costanti rispetto all’anno precedente contro il -2,7% in Italia. E’ quanto rileva la Banca d’Italia nel rapporto “L’Economia della Lombardia”.
La dinamica negativa è stata mitigata dalle misure pubbliche di sostegno ai lavoratori e alle famiglie, che hanno determinato una forte crescita dei trasferimenti netti. Le retribuzioni totali dei lavoratori dipendenti sono diminuite dell’8,1% a prezzi costanti, un dato in linea con la media nazionale, risentendo della forte flessione delle ore lavorate.
La crisi prodotta dall’emergenza Covid ha comportato un marcato aumento della disuguaglianza nei redditi da lavoro delle famiglie. Nel 2020 in Lombardia l’indice di Gini, che coglie le disparità nella distribuzione del reddito tra i nuclei familiari, è salito a 0,31 (l’indice varia tra 0 e 1, dove 1 indica la massima disuguaglianza), da 0,28 del 2019, tornando ai livelli del 2014. L’incremento è spiegato sia dalla crescita della disuguaglianza tra gli individui appartenenti alle famiglie percettrici di reddito da lavoro, sia, soprattutto, dall’aumento di quelli in famiglie prive di reddito da lavoro, la cui incidenza è salita dal 4,1 al 6,6 per cento (12,8% in Italia). Il 5,7% dei minori lombardi viveva in famiglie prive di reddito da lavoro, in aumento dal 3,5% nel 2019, un dato comunque inferiore alla media italiana (12,2%). La quota degli individui in nuclei senza reddito da lavoro è cresciuta maggiormente tra quelli che hanno come persona di riferimento un individuo di cittadinanza straniera o con un titolo di studio basso. L’aumento della disuguaglianza è stato in parte controbilanciato dall’espansione delle misure di integrazione salariale, dalle indennità erogate agli autonomi e ad altre categorie di lavoratori meno coperte dagli strumenti ordinari e dagli interventi a supporto delle famiglie in situazioni di disagio.
Nel 2020, secondo le stime di Prometeia, i consumi delle famiglie lombarde si sono ridotti del 12,4% a prezzi costanti rispetto all’anno precedente (-11,7% in Italia), interrompendo la fase di moderata ripresa avviatasi nel 2014. Sul calo dei consumi hanno influito, oltre alle misure di contenimento della pandemia, l’accresciuta incertezza e il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori. La riduzione dei consumi è stata superiore a quella del reddito, quindi vi è stato un aumento della propensione al risparmio e della liquidità delle famiglie detenuta per motivi precauzionali. Il maggiore risparmio è stato orientato verso forme di investimento a basso rischio. I depositi delle famiglie hanno continuato a espandersi in modo sostenuto per tutto il 2020 e nei primi mesi dell’anno in corso.
Articolo realizzato nell’ambito del Progetto InRete oltre il Covid con fondi Ministero Sviluppo Economico. Riparto 2020