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CONTRO VARIANTI MEGLIO 2 METRI

Le indicazioni contenute nel Rapporto Iss Covid-19 n. 4/2021, elaborate dal gruppo di Lavoro Iss Prevenzione e Controllo delle Infezioni, consigliano, in alcune circostanze, un maggiore distanziamento dopo la circolazione di alcune varianti del virus SARS-CoV-2. In particolare, le varianti “che destano particolare preoccupazione” sono la VOC 202012/01 identificata per la prima volta nel Regno Unito (la cosiddetta variante inglese), la 501Y.V2 (denominata anche B.1.351) identificata in Sudafrica e la P1 con origine in Brasile.
Alla domanda: “la circolazione delle varianti richiede una modifica delle misure di prevenzione e protezione non farmacologiche (distanziamento fisico, mascherine, igiene delle mani) in ambito comunitario e assistenziale?”
La risposta del Rapporto è: “No, non è indicato modificare le misure di prevenzione e protezione basate sul distanziamento fisico, sull’uso delle mascherine e sull’igiene delle mani; al contrario, si ritiene necessaria una applicazione estremamente attenta e rigorosa di queste misure“.
Poi, però, si precisa: “Relativamente al distanziamento fisico, non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino la necessità di un incremento della distanza di sicurezza a seguito della comparsa delle nuove varianti virali; tuttavia, si ritiene che un metro rimanga la distanza minima da adottare e che sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri, laddove possibile e specialmente in tutte le situazioni nelle quali
venga rimossa la protezione respiratoria (come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo)“.
Insomma, nonostante sia solo un consiglio, per ora non recepito in alcun Dpcm, quindi non vincolante per nessuno, al ristorante, mentre mangiate, sarebbe opportuno mantenere 2 metri di separazione dagli altri clienti, in assenza di barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.
Articolo realizzato nell’ambito del Progetto InRete oltre il Covid