Ogni mese l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, comunica l’inflazione congiunturale, ossia rispetto al mese precedente, e quella tendenziale, ovvero rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Una volta all’anno, poi, comunica l’inflazione media, ossia la variazione percentuale di un anno nel confronto con l’anno precedente.
All’inizio del 2022, a gennaio, l’inflazione tendenziale era più bassa, +4,8% (a gennaio 2022 i prezzi erano aumentati del 4,8% rispetto a gennaio 2021). Poi, anche se con qualche pausa, è salita sempre più: +6,5% a marzo, +8% a giugno, +8,9% a settembre, +11,8% a ottobre. A novembre si è stabilizzata all’11,8% e a dicembre è diminuita all’11,6%. Un segnale positivo, se il percorso in discesa proseguisse nel 2023, ma che non deve trarci in inganno. Il fatto che i prezzi a dicembre 2022 crescano dell’11,6% rispetto a dicembre 2021, meno di quanto siano variati a novembre 2022 su novembre 2021 (+11,8%), non vuol dire che i prezzi a dicembre 2022 siano scesi, ma solo che sono aumentati meno rispetto al confronto precedente (novembre 2022 su novembre 2021), con una dinamica attenuata.
Infatti a dicembre 2022 i prezzi rincarano ancora rispetto a novembre 2022 dello 0,3% (dato congiunturale).
Ma considerando tutti questi rialzi che variano di mese in mese, quanto sono saliti mediamente i prezzi nel 2022 rispetto al 2021? Ebbene, l’inflazione media del 2022 è pari in Italia all’8,1%. Grazie a questo dato possiamo finalmente calcolare non solo, come abbiamo fatto in passato, quanto sarebbe la spesa aggiuntiva di una famiglia su base annua se l’inflazione restasse ferma a quel livello per 12 mesi, ma quanto una famiglia nel 2022 ha effettivamente pagato in più rispetto al 2021.
Ebbene, in media una famiglia nel 2022 ha speso 1761 euro in più rispetto all’anno precedente.
E in Lombardia come è andata? L’inflazione media è inferiore rispetto a quella italiana, +7,8% contro +8,1%, ma come al solito, dato che i consumi dei lombardi sono maggiori di quelli medi nazionali, la stangata è superiore, pari per una famiglia media a 2027 euro. La Lombardia, così, si colloca al 2° posto per aumento del costo della vita nel confronto con le altre 19 regioni (cfr. tabella n. 1), dopo il Trentino Alto Adige. Quanto alle città Milano è in vetta alla classifica lombarda (cfr tabella n. 2), con un’inflazione dell’8,1%, uguale a quella italiana, ma con una spesa supplementare rispetto al 2021 pari a 2199 euro, che la posiziona al quinto posto della top ten nazionale, dopo Bolzano, record con un aggravio, per una famiglia media, pari a 2578 euro (inflazione al 9,7%), Trento (+9,3%, + 2434 euro), Bologna (+9%, +2245 euro a famiglia) e Forlì – Cesena (+9,2%, +2223 euro).
Medaglia d’argento per Brescia con 2162 euro (+8,2%, unica città lombarda a superare l’8,1%), in ottava posizione nella graduatoria italiana. Sul gradino più basso del podio Varese con 2136 euro (+8,1%), nona in Italia.
Persino Bergamo e Lodi, pur essendo le città che registrano l’inflazione più bassa del Paese, rispettivamente +6,8% e +7%, quanto a esborso vanno peggio della media nazionale con, nell’ordine, 1793 e 1777 euro.
Cosa succederà nel 2023 è difficile stabilirlo, anche perché dipende da fattori imprevedibili come la guerra in Ucraina, sanzioni, ritorsioni, speculazioni. La maggior parte degli analisti, comunque, dalla Bce a Bankitalia, stimano una discesa dell’inflazione. La scelta del Governo di far scattare il rialzo delle accise sui carburanti dal 1° gennaio 2023, 15 cent al litro per benzina e gasolio (con Iva al 22% +18,3 cent), pari a 9 euro e 15 cent per un pieno da 50 litri, rischia di interrompere il percorso di rallentamento della crescita dei prezzi. Per fortuna il prezzo del gas è in caduta libera e, quindi, più che compenserà i rincari alla pompa. Il tutto, ovviamente, salvo cattive soprese dell’ultima ora.
Tabella n. 1: Classifica delle regioni più care del 2022, in termini di spesa aggiuntiva (in ordine decrescente di spesa)
N | Regioni, province autonome e ripartizioni | Rincaro 2022
per la famiglia media (in euro) |
Inflazione
media 2022 |
1 | Trentino Alto Adige | 2443 | 9,4 |
2 | Lombardia | 2027 | 7,8 |
3 | Emilia Romagna | 1998 | 8,4 |
4 | Umbria | 1965 | 8,7 |
5 | Veneto | 1946 | 8,5 |
6 | Friuli-Venezia Giulia | 1871 | 8,2 |
7 | Liguria | 1857 | 9 |
8 | Toscana | 1817 | 8,2 |
9 | Sicilia | 1813 | 9,7 |
ITALIA | 1761 | 8,1 | |
10 | Abruzzo | 1755 | 8,8 |
11 | Lazio | 1714 | 7,7 |
12 | Valle d’Aosta | 1708 | 6,9 |
13 | Piemonte | 1637 | 7,5 |
14 | Sardegna | 1603 | 9,1 |
15 | Campania | 1506 | 7,9 |
16 | Marche | 1482 | 7,6 |
17 | Calabria | 1482 | 8,1 |
18 | Puglia | 1408 | 8,7 |
19 | Basilicata | 1375 | 7,1 |
20 | Molise | 1373 | 7,5 |
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat
Tabella n. 2: Classifica delle città lombarde più care del 2022, in termini di spesa aggiuntiva annua rispetto al 2021 (in ordine decrescente di spesa)
N | Città | Rincaro 2022
per la famiglia media (in euro) |
Inflazione
media 2022 |
1 | Milano | 2199 | 8,1 |
2 | Brescia | 2162 | 8,2 |
3 | Varese | 2136 | 8,1 |
4 | Mantova | 2031 | 8 |
5 | Lecco | 2031 | 8 |
LOMBARDIA | 2027 | 7,8 | |
6 | Pavia | 1978 | 7,5 |
7 | Cremona | 1899 | 7,2 |
8 | Como | 1872 | 7,1 |
9 | Bergamo | 1793 | 6,8 |
10 | Lodi | 1777 | 7 |
ITALIA | 1761 | 8,1 |
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat